Una vez mas

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wayfarër
CAT_IMG Posted on 28/12/2010, 12:00 by: wayfarër
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5° Capitolo

Gaston Version

Era più di un'ora che giravo come un idiota per quei maledetti corridoi; ma ancora non l'avevo trovata. Mi sentivo un completo stupido perchè sapevo che era andata via a causa mia. Ma perchè proprio con quel Matias! Nessun ragazzo era più inaffidabile di lui. Sentivo che se non fossi arrivato in tempo, di sicuro Matias avrebbe approfittato della situazione. L'ultima cosa che volevo era proprio vedere Carol distrutta a causa mia.
Ad un tratto sentii un cadere di bicchieri provenire dagli spogliatoi femminili. Senza pensarci due volte aprii di scatto la porta.
Carol! gridai senza nemmeno vedere chi c'era dentro. E in effetti avevo proprio sbagliato. Nella stanza c'erano solo due ragazzi dell'ultimo anno, mezzi ubriachi, intenti a sbottonarsi i jeans.
Ehi amico non ti hanno detto che si bussa! urlò il ragazzo con la voce di un vero ubriaco
Scusate! esclamai sbattendo la porta alle mie spalle.
Perfetto! Ero punto e da capo!
Con la poca speranza che mi restava continuai a cercarla... ma non dovetti farlo a lungo dato che fu Carol a trovare me. Era appoggiata al muro con le scarpe in mano. Aveva bevuto così tanto che non riusciva nemmeno a reggersi impiedi.
Carol! esclamai rincuorato.
Gaston... sussurrò lei tenendosi saldamente al muro. Mi avvicinai e la feci sedere in terra.
Che cosa hai combinato? chiesi in tono severo
Niente... ho solo bevuto un pochiiiino rispose Carol indicando con due dita mezzo bicchiere.
Si giusto un pò! dissi sarcasticamente, ma sempre con tono disprezzatorio. lo sai benissimo che quel Matias è il ragazzo meno affidabile che ci sia sulla faccia della terra. E tu con chi vai? Con lui, mi pare giusto! continuai con tono punitivo.
Ti prego non urlare! bisbigliò Carol appoggiando la testa al muro.
Hai ragione... è meglio se ne parliamo domani
No! Non te ne andare!
Stai tranquilla... prima ti porto in stanza la rassicurai alzandomi in piedi.
Su andiamo! esclamai porgendole la mano.
Non ce la faccio a camminare... voglio restare qui disse Carol come una bambina che fa i capricci.
ti porto io... sù e prendendola per i fianchi la portai col bacino sulle mie spalle. Sembrava un sacco messa in quella posizione, ma era l'unico modo per riportarla nella sua stanza.
Salìì faticosamente le scale e nonappena mi ritrovai davanti alla stanza 115 mi sentii rincuorato. Per tutto il tragitto Carol non aveva aperto bocca, tanto che pensavo si fosse addormentata.
Tenendola sempre nella stessa posizione cercai le chiavi della stanza nella tasca del suo vestitino. Quando le trovai fu davvero un impresa aprire la porta e non farla cadere.
Siamo arrivati! annunciai mentre la poggiavo sul suo letto. Carol si limitò a brontolare, così le sistemai la testa sul cuscino e le portai le coperte fino alle spalle. Mi sedetti sul lato estremo del suo letto e la guardai chiudere e riaprire gli occhi diverse volte.
Buona Notte le sussurrai alzandomi e mettendole una mano sulla fronte; come si fa con i bambini quando hanno la febbre.
No! gridò Carol trattenendo il mio braccio non andare via un'altra volta continuò accarezzando la mia mano. La teneva tra le sue e la rigirava più volte quasi fosse un giocattolo. Mi sedetti di nuovo, arresso all'idea di poter tornare in stanza.
Poi improvvisamente vidi Carol alzarsi e mettersi seduta in mezzo al letto. Dapprima mi guardò tenendo la testa inclinata poi ,tenendo le braccia tese sul materasso, si sporse verso di me.
Vidi il suo viso a pochi centrimetri dal mio e solo quando Carol posò le sue labbra sulle mie mi resi conto di ciò che stava succedendo.
Tenendomi per la camicia, Carol mi tirò a sè e mi ritrovai steso su di lei. Continuai a baciarla nonostante tutto e quando mi staccai la vidi sorridere tenendo ormai in mano un bottone. Mi avvicinai nuovamente per baciarla e l'aiutai a togliermi definitivamente il resto della camicia. Carol teneva le mani avvinghiate alla mia schiena e le nostre labbra continuavano a muoversi insieme. Solo quando si staccò per sfilarsi di dosso il vestito mi inondò un senso di colpa enorme.
Mi allontanai un bel pò e fermai la mano di Carol con la mia. Se avessi continuato non sarei stato molto diverso da Matias... avrei approfittato di Carol che, ubriaca com'era, non avrebbe mai capito cosa stava per fare.
E' meglio finirla qui sentenziai riprendendo la camicia
Ma...
Ma niente. Ora riposa e domani se ricorderai qualcosa ne riparleremo.
Arresa Carol si riappoggiò sul cuscino e chiuse gli occhi. Guardandola sprofondare nel sonno, uscii dalla stanza; solo poco prima che la porta si richiudesse gettai un ultimo sguardo verso il suo letto, sussurrando Buonanotte Piccola Bedoya
 
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