Una vez mas

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icon12  CAT_IMG Posted on 28/9/2010, 18:17
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Erano un paio di settimane che mi balzava in testa l'idea di scrivere una fan fiction che al posto di avere come protagonisti i ragazzi di Casi Angeles, avrebbe avuto i loro figli (:
Naturalmente i nomi dei ragazzi e tutte le vicende legate a loro non sono quelle della serie televisiva (:

Non metterò i nomi dei figli per ogni coppia perchè voglio che si scoprano durante il racconto (: Comunque le coppie sono quelle che dovrebbero esserci alla fine di Casi Angeles e cioè:
Mar e Thiago
Jazmin e Tacho
Simon e Valeria
Melody e Teo
Luca e Tefy
Kika e Rama
Nacho e Caridad

Se vi piace l'idea vi posto il primo capitolo (:
 
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Ale4ver97io
CAT_IMG Posted on 4/10/2010, 15:28




CITAZIONE ((escapare) @ 28/9/2010, 19:17)
Erano un paio di settimane che mi balzava in testa l'idea di scrivere una fan fiction che al posto di avere come protagonisti i ragazzi di Casi Angeles, avrebbe avuto i loro figli (:
Naturalmente i nomi dei ragazzi e tutte le vicende legate a loro non sono quelle della serie televisiva (:

Non metterò i nomi dei figli per ogni coppia perchè voglio che si scoprano durante il racconto (: Comunque le coppie sono quelle che dovrebbero esserci alla fine di Casi Angeles e cioè:
Mar e Thiago
Jazmin e Tacho
Simon e Valeria
Melody e Teo
Luca e Tefy
Kika e Rama
Nacho e Caridad

Se vi piace l'idea vi posto il primo capitolo (:

sisi dai nn è nnt male l'idea
 
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CAT_IMG Posted on 4/10/2010, 15:46




sìììì...io immagino sempre storie così...come per esempio mi immagino un bruno e una figlia di mar e simon insieme ahahahah sai k sfizioperò voglio proprio vedere come fai tu ^^
 
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‚Gitana
CAT_IMG Posted on 4/10/2010, 17:45




si bellissimaaa scrivi <33
 
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CAT_IMG Posted on 6/10/2010, 17:24
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(: allora questo primo capitolo è narrato da una delle ragazze ...naturalemnte non si capiscono ancora le parentele, ma diciamo che serve un pò a farvi capire la situazione e i personaggi (: spero vi piaccia

1° Capitolo

Ed eccomi di nuovo qui... a stracciare inutilmente le ultime pagine di quel quaderno. Sapevo già che me ne sarei pentita ma in quel momento sentivo che dovevo farlo. Gaston non mi avrebbe mai più fatto tutto questo...mai più. Era una promessa... lo ricordavo ancora bene.

Quella mattina mi ero svegliata e come sempre ero scesa giù alla mensa per fare colazione. La scuola non era iniziata da molto, e svegliarsi la mattina era una vera e propria impresa. Mi sedetti come sempre al tavolo con mio fratello Carlos, Felysia e Marisol e iniziai a mordicchiare il mio muffin mentre cercavo di capire di cosa stessero parlando.
Dai Marì vedrai che quest'anno te ne trovi altri cento... ci sono sempre dei nuovi studenti disse Fely con una mano sulla spalla di Marisol
Ancora problemi con Bruno? chiesi interrompendole. Marì abbassò lo sguardo in segno di approvazione.
Ecco ci risiamo! pensai. Ormai erano più di due anni che Marisol perdeva tempo con quel tipo e non aveva ancora capito che la chiamava solo quando le serviva. Bè d'altronde quando si è innamorati è difficile accorgersi delle cose.
Dai Marì non fare così! esclamò Felysia che ormai non sapeva più che dire. Mi sentii in dovere di aiutarla.
Em..Carlos per caso sai dov'è Gaston? chiesi cambiando discorso. Felysia se ne accorse e mi rivolse un cenno di ringraziamento.
boh se non sbaglio toccava a lui dare il benvenuto ai nuovi arrivati rispose Carlos mentre cercava di afferrare l'ultimo pezzo di biscotto.
ehi Marì perchè non andiamo anche noi? proposi con un tono allegro.
Ok... rispose quasi con un sibilo.
Finii in fretta quello che restava del muffin e prendendo Marì per il braccio ci dirigemmo nell'aula magna.
I nuovi iscritti dovevano essere parecchi dato che la sala era stracolma. Dovetti tenere la mano di Marì stretta al polso per non perderla in mezzo a quella folla. Strattonando un pò di gente e calpestando maldestramente i piedi di qualcuno arrivammo all'ingresso.
Appoggiato sul lato destro del portone c'era Gaston che sorridendo ai nuovi arrivati reggeva in mano una cartellina. Quando si voltò verso di me ricordai lo sguardo della sera precedente...quando eravamo rimasti in giardino, finalmente soli. Notandomi tra la folla mi fece cenno di avvicinarmi; rivolsi un piccolo cenno a Marì e andai da lui.
Ehilà esclamai con un sorriso
Ehi Carol rispose Gaston con un occhiata fredda
E' successo qualcosa? chiesi vedendolo strano
Emm Carol...forse è meglio se ne parliamo con calma...qui c'è troppa gente bisbigliò tra un "benvenuto" e l'altro.
Non puoi proprio dirmelo ora?
Vidi Gaston voltarsi verso di me. Ora dava le spalle a coloro che arrivavano.
Il fatto è che rigurda noi due... disse Gaston col tono un pò più debole sulla parola "noi"
Noi due? chiesi confusa. Cavolo già si parlava di un noi!
Si il fatto è che...vedi...noi siamo amici da troppo tempo, io non voglio che la nostra amicizia si perda per una semplice sciocchezza come questa!
Una Semplice Sciocchezza Come Questa. Quelle cinque parole mi spiazzarono completamente. Per lui tutto quello che provavo erano semplici e stupide sciocchezze, soltanto questo. Sapevo che Gaston non girava attorno alle cose, che quando voleva parlare lo faceva e basta. In quel caso però avrebbe potuto evitare. Cercai di mantenere la calma e rispondere in modo gentile...
...Gasti anche per me la nostra amicizia è importante però... quello che provo per te lo è ancora di più..
Carol io ti capisco, però è meglio così. Fidati esclamò Gaston tenendo gli occhi fissi sul mio viso io non voglio che tu ci resti male, non mi piace vederti triste... ci resto male anche io. Ti voglio bene e voglio vederti sempre col sorriso sulle labbra! continuò senza mai staccare gli occhi da me. Non riuscivo a credere a quelle parole... mi sembravano troppo false. Anche se incosciamente le avevo sempre aspettate Me lo prometti?
Certo... farfugliai crecando di non far notare la mia voce che si affievoliva. Gaston mi diede un bacio sulla guancia e ritornò al suo lavoro. Automaticamente mi voltai e i miei occhi ricaddero su Marì, esattamente dove l'avevo lasciata poco prima. Aveva visto tutto, ma dubitavo che avesse potuto ascoltare qualcosa. Eppure capì che c'era qualcosa che non andava, così facendomi un cenno mi consigliò di tornarmene in stanza. In quel momento stare soli era la cosa migliore...

Nella mia stanza, quella che dividevo con Fely e Marì, presi il mio diario. Già può sembrar strano che alla mia età avessi ancora un diario, ma nei momenti belli come nei momenti tristi poteva sempre servire. Lo aprii e lessi le pagine che avevo scritto la sera precedente. Avevo frainteso tutto e me ne accorgevo solo adesso, rilegendo quelle righe scritte con la mia calligrafia da 4° elementare. Ora però dovevo aggiornare quel mio piccolo diario, doveva sapere che in realtà ero avevo frainteso tutto! Così presi una penna e iniziai a scrivere...
Ed eccomi di nuovo qui... a stracciare inutilmente le ultime pagine di questo diario. Sapevo già che me ne sarei pentita ma in questo momento sento che devo farlo. Gaston non mi avrebbe mai più fatto tutto questo...mai più. Era una promessa... lo ricordavo ancora bene.

CITAZIONE (« Rò @ 4/10/2010, 16:46)
sìììì...io immagino sempre storie così...come per esempio mi immagino un bruno e una figlia di mar e simon insieme ahahahah sai k sfizioperò voglio proprio vedere come fai tu ^^

anche a me piace tantissimo *-* pensare che i figli possano riprendere storie simili a quelle dei genitori (:

Edited by esperanza; - 8/9/2011, 15:44
 
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CAT_IMG Posted on 6/10/2010, 19:21




wa bellissimo ^^ mi piace tantissimoOo...bruno mi dice qualcosa ^^ e ance la protagonista con GASTI chissà perchè ^^
 
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‚Gitana
CAT_IMG Posted on 6/10/2010, 19:40




bellaaaaaaa
 
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CAT_IMG Posted on 7/10/2010, 13:56
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Grazie milleeeee (: mi fa piacere che vi sia piaciuto (:
Appena ho tempo posto il seguito ...con la scuola ho sempre meno tempo .-.
 
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CAT_IMG Posted on 14/10/2010, 20:47
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Questo capitolo è narrato da Belinda (: un'altra delle protagoniste

2° Capitolo

E chissà se questo posto sarà quello giusto! Ormai avevo cambiato così tante scuole che non ricordavo nemmeno come si chiamavano i compagni della mia ultima classe. Questa volta però mio padre me lo aveva promesso ...
Aveva detto che per un pò non avremmo più cambiato città, che per almeno un anno ci saremo fermati qui, a Buenos Aires. E se lo avesse fatto solo per non vedermi di nuovo imbronciata e arrabbiata mentre prendevamo l'ennesimo aereo? Mi avrebbe soltanto illusa..e dopo sarebbe stato addirittura peggio.


Ormai erano già passate diverse ore dal mio arrivo al Mandalay. Già avevo conosciuto alcuni ragazzi e stranamente ricordavo anche i loro nomi. Per fortuna non ero "la nuova arrivata", con me c'erano molte altre persone. L'ingresso era già pieno di gente, tanto che quell'enorme stanza sembrava un aereoporto. Attraversai i cancelli e vedendo che la fila per la stanza era infita, decisi di fare un giretto per la scuola. Mi voltai e uscii dall'atrio. Il ragazzo che consegnava i moduli per le stanze e ripeteva continuamente "benvenuti" mi fermò proprio a pochi passi dall'uscita.
Em...scusa biondina...la fila per la stanza è di là esclamò il ragazzo indicando il portone d'ingresso.
Em scusa "biondino" non sono affari tuoi se voglio farmi un giro ok? risposi col suo stesso tono di voce.
Ehi ehi volevo solo aiutarti...dopotutto sono qui per i nuovi arrivati continuò distribuendo altri moduli.
Vabbè dato che vuoi fare la parte di quello gentile, potresti dirmi dov'è la palestra? chiesi risalendo i gradini
Mmm... devi andare avanti sino alla piazzetta poi giri a destra e sei arrivata! Ma comunque a cosa ti serve la palestra se sei appena arrivata?
Ancora! esclamai stanca certo che tu i fatti tuoi non te li sai proprio fare! continuai iniziando a riscendere i gradini
Non me lo dicono in molti disse con un sorriso innocente comunque io sono Gaston continuò porgendomi la mano.
Belinda esclamai stringendogli la mano
mmm bel nome
Grazie... bè allora vado, ci si vede in giro dissi scendendo definitivamente le scale
Ciao urlò Gaston non appena mi fui allontanata un pò.
Certo che per essere uno sfigato che ditribuiva i moduli all'entrata, non era per niente male. Ma di certo non era il tipo di ragazzo che poteva interessarmi. Era troppo buono... glielo si leggeva in faccia.
Mentre cercavo di ricordare se dovevo girare a destra o a sinistra vidi un cartello con una scritta in grasetto: "Palestra". Ah che fortuna!
Sorpassai la piazzetta e mi ritrovai accanto al campo di pallavolo. Era bello come quello delle altre scuole che avevo frequentato, ma le gradinate lasciavano un pò a desiderare. Mi sedetti su una di quelle e osservai la partita che si stava svolgendo. Da quello che notai doveva essere una partita davvero importante dato che le ragazze sembravano agguerrite. O forse qui era sempre così.Sapevo già che prima di ritornare all'edificio principale sarebbe passato molto tempo così presi il mio blocknotes.
Ad un tratto sentii qualcuno urlare "Attenta!", ma quando mi girai fu troppo tardi. Un pallone da basket mi era finito proprio sulla pancia. Se avessi preso quel deficiente che lo aveva tirato! Sarebbe morto!
Alzai gli occhi e vidi un ragazzo abbastanza alto, moro e con i capelli un pò lunghetti.
Ti ho fatto male? chiese riprendendo il pallone
No, no va tutto bene bisbigliai
Scusa, il mio amico non è riuscito a prendere la palla ...
Tranquillo sto bene lo interruppi
Ah meno male disse con un sorriso e sedendosi accanto a me Sei nuova vero? chiese giocherellando col pallone
Si si sono arrivata poco fa
Bè allora mi presento. Io sono Carlos disse porgendomi la mano, come aveva fatto Gaston poco prima
Belinda ripeteii per la quarantesima volta in quella giornata
Ehi magari qualche volta se ti va ... puoi giocare anche te... incalzò Carlos
Certo, basta che non cercherai ancora di uccidermi
Certo starò più attento concluse sarcastico
Ehi Carlos vieni che finiamo la partita! gridò uno dei ragazzi del gruppetto. Carlos si alzò e rivolgendomi un sorriso ritornò dai suoi amici.
Io rimasi ancora un pò lì a contemplare la partita di pallavolo che si stava tenendo nel campo davanti ai miei occhi. Di sicuro se fossi rimasta in questa scuola per un pò, ne ero certa, avrei avuto molto da imparare. Questa non era una scuola come altre, aveva un qualcosa di particolare... me lo sentivo.
.

Edited by esperanza; - 8/9/2011, 15:45
 
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CAT_IMG Posted on 14/10/2010, 20:51




che belloOo gaston è il figlio di rama, vero ? belinda...uhmmm...Jazmin? o jaz o vale ^^ e carlos bohhh thiago ? ...xD
 
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CAT_IMG Posted on 15/10/2010, 13:40
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Graziee(:
Diciamo che ne hai indovinato qualcuno xD
 
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CAT_IMG Posted on 19/10/2010, 20:37
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Capitolo 3

Carol Version

Forse questa era la quarantesima volta che mi giravo per guardare verso il banco di Gaston... ma ormai per me era diventata un abitudine. Solo due volte i nostri sguardi si erano incrociati, ed entrambe le volte lui si era voltato automaticamente verso la nuova arrivata. Una ragazza biondina, ma non di quelle proprio bionde bionde, con degli occhi castani e una statura media. Si chiamava Belinda, o almeno così avevo capito quando si era presentata alla classe. Quel giorno c'erano troppi nuovi arrivati per poter ricordare tutti nomi.
Rassegnata all'idea che ormai a Gaston non importava più nulla di me, a malincuore, mi voltai verso il mio nuovo compagno di banco. Si chiamava Damien ed era un ragazzo con un bella stazza e dei capelli ramati, un pò dsordinati.
Allora da dove hai detto che vieni? chiesi a Damien
Emh da Buenos Aires...ho solo cambiato scuola, non città rispose come se fosse stata una cosa ovvia. Forse me lo aveva già detto... ma evidentemente non lo avevo ascoltato con attenzione.
Giusto dissi con uno dei miei sorrisi Oh bè stasera lo sai che c'è la festa per i nuovi arrivati vero? continuai cercando qualcosa di cui parlare
si si ... me lo ha detto quel ragazzo, Gaston rispose Damien indicando Gasti
Mi voltai ancora una volta, ma questa volta lui non mi notò ... era troppo impegnato a ridere con quella Belinda! Che cavolo! Non ero un tipo molto geloso però ogni volta che mi interessavo a qualcuno mi innervosivo al solo pensiero di vederlo con un'altra. Poi dopo quello che era successo ieri non ero proprio dell'umore. Magari però questa Belinda era un tipo simpatico. Mai dire mai, no?
ehi ma mi stai ascoltando? chiese Damien sventolando una mano davanti ai miei occhi
oh si scusa ... dissi distrattamente. Poi la campanella suonò. scusa ma vado un pò di fretta continuai lasciando Damien con un saluto fugace.
Prima che Belinda lasciasse l'aula mi diressi da lei.
Ciao! Io sono Carol dissi porgendole la mano
Belinda rispose lei stringendomi la mano
So che sei nuova, e comunque non conosci nessuno qui... incalzai sorridente. Lei annuì. se ti va più tardi puoi passare per la mia stanza ... possiamo prepararci insieme per stasera..<b> continuai cordialmente
<b> Veramente non avevo intenzione di venire alla festa di stasera
si giustificò Belinda.
Come mai? chiesi curiosa.
Non mi piacciono le feste concluse lei prendendo gli ultimi libri dal banco
ah ... ma questa festa è diversa, e poi è organizzata proprio per far si che i nuovi arrivati possano conoscersi Mi sentivo molto come una di quelle ragazze degli spot pubblicitari.
Davvero...però non credo di venire lo stesso , magari se cambio idea ti faccio sapere concluse Belinda
Certo, la mia è la stanza 115.. se ti va di passare urlai mentre lei usciva dalla porta.
Mmm ero stata molto convincente! Mi guardai intorno e vidi che ero rimasta solo io nell'aula. Presi lo zaino e corsi verso la mia stanza... avevo troppe cose da preparare. Anche se la testa mi girava come un frullatore non dovevo perdere di vista il mio piano decisamente stupido.Da quando avevo un piano? La mia testa era sul serio peggio di un tornado. Ormai ero davvero disperata.
Desideravo Gaston come non mai... ma purtroppo lui era il mio "quasi" migliore amico... e a volte mi pentivo ancora del momento in cui gli avevo raccontato tutto.
Era già da un bel pò che mi ossessionava per sapere chi fosse il ragazzo per cui avevo una cotta, ma io ero stata fin troppo brava a non fargli capire nulla. Alcune volte quando mi guardava dritta negli occhi e mi implorava di confessargli chi fosse, le parole mi si fermavano sulla punta della lingua. Iniziavo ad inventare scuse, chiedevo tempo, ma lui mi diceva " Che ci vuole, è solo un nome!".
E' solo un nome mi ripetevo spesso, ma Gaston di certo non si immaginava che quel nome fosse il suo. Quando finalmente glielo avevo detto mi aveva guardato come se lo stessi prendendo in giro, ma poi la sua espressione corrucciata si era trasformata in uno splendido sorriso. Quella sera fu magnifica anche se lui non proferì alcuna parola sui propri sentimenti. Solo il giorno dopo potei scoprire che in realtà avevo rovinato tutto. Nessuno ci avrebbe mai restituito il rapporto di prima.

Avevo passato tutto il pomeriggio invano a sperare che quella Belinda si presentasse in stanza ma non ci fu nemmeno l'ombra di quella ragazza. Fely e Marì passarono tutto il tempo a sistemarsi i capelli. Marì era proprio una patita della moda... e a volte ci pensava davvero troppo. Fely invece non faceva mai caso a quello che indossava ma amava troppo l'ordine. Erano i perfetti opposti ma stranamente andavano molto d'accordo.
Appena vidi che mancava poco all'inizio della festa infilai le mie scarpe e chiudendo la porta alle mie spalle scesi nell'atrio.
Mio fratello Carlos, Damien e altri due ragazzi erano già lì.
ehilà ragazzi esclamai avvicinandomi al gruppetto
sorellina , ci siamo messe in tiro disse sarcastico Carlos
Sempre serio tu! dissi sorridendo. Poi mi guardai intorno... mmm hai visto Gaston? sussurrai a Carlos.
Se cercavi Gaston è andato già in giardino rispose quasi urlando. Io mi feci piccola, piccola; più di quanto già fossi.
Bene ...ora posso chiedergli gli appunti di biologia dissi buttando la prima scusa che mi passò per la testa. Mi allontanai dai ragazzi e corsi in giardino. Attraversai la porta ... e lo vidi.
Vidi Gaston appoggiato alla fontanella, aveva l'aria di chi stava aspettando qualcuno. Qualcuno di davvero importante.


Edited by esperanza; - 8/9/2011, 15:46
 
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CAT_IMG Posted on 20/10/2010, 14:27




mari figlia di melody o tefi...e fely di caridad ??
 
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CAT_IMG Posted on 10/12/2010, 17:48
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quello te lo dirò nei prossimi capitoli (: Ma già in questo si scopre qualcuno

Capitolo 4

Belinda version

Come primo giorno di lezioni non era stato per niente male ...i compagni di classe erano stati tutti carini con me e i professori non sembravano tanto male.
Mentre tornavo in stanza giocherellavo col ciondolo che mia madre mi aveva regalato. Era davvero bello e particolare; non era uno di quei ciondoli normali, dato che non aveva la forma che hanno di solito, però nascondeva una piccola apertura che non ero mai riuscita a tirar fuori. Forse non l'avrei mai aperto, ma tanto il massimo che ci avrei trovato sarebbe stato qualche ricordo di famiglia. In casa c'erano ovunque "cose di famiglia" dato che i parenti di mio padre non erano per niente modesti.
Per la prima volta aprii la porta della mia stanza e le pareti piene di quei ricordi che avevo a casa svanirono in un attimo. Nella stanza c'era un letto solo ... non capivo perchè i miei avessero deciso di pagare di più solo per darmi una camera singola. Una compagna di stanza mi avrebbe fatto bene.
Raccolsi la mia roba e la gettai sul letto, non avevo proprio voglia di disfare le valigie. Mi buttai scompigliando i cuscini e pensai a tutte le persone che avevo conosciuto quel giorno...
Per primo avevo conosciuto Gaston, non sembrava male come amico. Poi Carlos, che mi aveva letteralmente colpita. Avevamo passato tutta l'ora di biologia inseme, e a pranzo avevo anche scoperto che da piccoli abitavamo nella stessa città. Mi avevo parlato tantissimo di lui, e io gli avevo parlato di me. Avevo anche scoperto che era un patito del calcio, e che sognava di fare il portiere del Boca. Era stato davvero gentile con me.
E infine avevo conosciuto Carol, carina ma sembrava quasi impazzita oggi.
Mi rigirai su me stessa e pensai " che faccio sta sera vado o no?". Le feste non mi erano mai piaciute ma forse quella non sarebbe stata per niente male. Per ora conoscevo tre persone su chissà quante e, se mio padre non aveva mentito, sarei dovuta rimanere per un pò. Bè per questa volta potevo fare un'eccezione.
Decisa aprii la valigia in cerca di qualcosa da mettere. In tutta la mia vita,mai mi ero sentita così nervosa. Mi guardai più e più volte allo specchio, ma nulla sembrava convincermi. Non avevo poi così tanti vestitini da sera dato che li odiavo, ma quelli che avevo mi facevano sentire incredibilmente insicura. Ma perchè mi importava così tanto far bella figura con gente che probabilmente non mi considererà mai?!
Ormai arresa chiusi la porta dell'armadio e mi costrinsi ad uscire da quella stanza. Scesi le scale lentamente, e solo quando vidi un gruppetto di ragazzi nell'atrio diventai ancora più nervosa di prima. Scrutai attentamente i ragazzi chiusi a semicerchio, e quando i miei occhi si posarono su Carlos gli ultimi gradini divennero improvvisamente infiniti.
Ehi c'è la tipa nuova! disse un ragazzo alto almeno un metro e novanta
Gli occhi dei ragazzi si voltarono automaticamente verso di me. Distrattamente finsi un piccolo sorriso e mi voltai verso la porta che dava sul giardino. La festa si sarebbe tenuta lì.
Ehi Belinda... sei arrivata anche tu! esclamò Carlos staccandosi leggermente dal gruppetto
Si,non mi andava di restare in stanza dissi riprendendo il mio solito atteggiamento
Si vede che le tue compagne non sono così simpatiche allora.. si intromise il ragazzo che prima mi aveva indicata
veramente io non condivido la stanza con nessuno
Cavoli! Allora i tuoi devono essere proprio ricchi sfondati continuò il ragazzo. Carlos gli diede subito un colpo sul braccio e mi sussurrò un "scusalo".
No, non fa nulla... dissi mettendo le mani in avanti posso permettermi una stanza così solo perchè mio padre ha ereditato la direzione di una grande società da mio nonno. Niente di più continuai chiudendo il discorso
Te lo dicevo! E' lei la figlia di Arrechavaletra esclamò ostinato il ragazzo verso Carlos.
Si ma forse è meglio che ora te ne vai alla festa. Ti pare Bruno? rispose Carlos guardando male l'amico
Tranquilli non fa nulla, ci sono abituata. Ora però vado di là o mi perdo l'inizio del party dissi indicando la porta. Non mi andava proprio di continuare a parlare della mia famiglia... non mi era mai piaciuto.
Ti accompagno io! esclamò Carlos affiancandomi.
Mi limitai a sorridere e a riprendere in mano il ciondolo che portavo al collo, come facevo ogni volta che ero nervosa. Carlos era davvero molto alto, ma me ne accorsi solo nel momento in cui si mise accanto a me. Senza che se ne accorgesse, ogni tanto, gettavo uno sguardo verso di lui; poi appena lo sorprendevo a voltarsi verso di me tornavo subito a guardare in avanti. Era strano da parte mia... era difficile che mi sentissi a disagio con qualcuno, anzi molto spesso ero proprio io a far spaventare la gente. Mia nonna diceva che ero proprio uguale a mia madre, bella ma aggressiva. In effetti somigliavo molto a mia madre, anche se nell'ambito scolastico per fortuna avevo ereditato tutto da mio padre. Non mi piaceva parlare della mia famiglia perchè se pensavo a loro non mi sentivo per nulla gratificata. I miei genitori avevano grandi speranze in me, soprattuto mio padre, ma io sapevo che da un momento all'altro li avrei delusi.
Scusa per prima, ma Bruno vuole sempre sapere tutto di tutti incalzò Carlos per trovare qualcosa di cui parlare.
Tranquillo ti ho già detto che non fa nulla... tanto non c'è niente di male nel chiedere qualcosa risposi giustificando l'amico. Carlos si limitò a sorridere, poi appena varcammo la soglia del giardino mi prese la mano e mi condusse fino all'estremità della pista da ballo.
Ti va di ballare? chiese Carlos un pò incerto. Stavo per rispondere che non sapevo ballare, quando vidi Gaston che veniva verso di noi.
C'è Gaston! esclamai indicandolo. Poi vidi il viso arreso di Carlos e tirai indietro la mano.
Gaston che intanto era arrivato proprio davanti a noi, ci scrutava entrambi.
Ehi ragazzi, che fate? chiese vedendo che nessuno dei due diceva nulla
Volevamo, anzi volevo ballare... ma credo che non lo farò rispose Carlos guardando in un punto lontano.
Che caratteraccio! Se la prendeva per così poco...
Vabbè... forse è meglio che io vada... incalzò Gaston
No, tranquilli vado io affermò Carlos soffermandosi con lo sguardo su di me
Carlos... perchè mai te ne dovresti andare! esclamai iniziandomi ad arrabbiare.
Non voglio essere di troppo rispose lui secco
Dai ragazzi, ve la prendete per così poco! subentrò Gaston comunque ero venuto a chiedervi se avete visto Carol. continuò scrutando la gente intorno.
Si è andata dentro con quel tipo... quel Matias rispose Carlos con lo stesso tono menefreghista di prima.
Matias?? Gli occhi di Gaston erano due fessure
Si. Perchè? chiese ingenuamente Carlos
Ma ti rendi conto di chi stiamo parlando??
Si! Di Matias, quello dell'ultimo anno... Carlos parlò come se fosse ovvio.
Gaston sembrò non apprezzare quel suo menefreghismo, tanto che senza dire nulla si voltò e tornò indietro verso l'atrio. Mi voltai immediatamente verso Carlos ma lui guardandomi un ultima volta neglio occhi si voltò per scomparire esattamente come aveva fatto Gaston.

Carol Version

Bene... pensai nonappena varcai la soglia della porta che dava sul giardino della scuola. Gaston era lì a pochi metri da me, eppure mi sembrava così distante. Forse mi sarei dovuta avvicinare nonostante tutto... ma non ne avevo il coraggio. Mi strinsi nel mio vestitino azzurro e mi accostai esattamente nella parte opposta a quella in cui si trovava Gaston. Evidentemente mi notò subito perchè con la coda dell'occhio vidi che aveva rivolto il suo sguardo verso di me. Per quella sera però non volevo pensare a lui! Non volevo tornare di nuovo in stanza con le lacrime agli occhi. Ormai sapevo troppo bene che se lo avessi tenuto d'occhio tutta la sera sarebbe andata a finire così.
Ehi Carol! Ti va di ballare? mi chiese improvvisamente un ragazzo interrompendo bruscamente i miei pensieri. Solo quando lo guardai meglio vidi che era Matias. Quel ragazzo non si arrendeva mai! Erano quasi due anni che mi corteggiava senza che io lo avessi mai degnato di uno sguardo. Tutte le ragazze sarebbero volute essere al mio posto... ma io proprio non capivo cosa ci trovassero.
Se quella richiesta mi fosse stata fatta due giorni prima di sicuro non avrei mai accettato; ma quella sera era diverso.
Certo che mi va risposi con un sorriso fintissimo. Matias dapprima sembrò sorprendersi, poi come se fosse tutto normale mi prese per la mano e mi portò al centro della pista da ballo.
Mi fece roteare più volte su me stessa, per poi stringermi a sè.
sei davvero stupenda con questo vestito mi sussurò all'orecchio Matias.
Grazie bisbigliai poco convinta. Non sapevo perchè ma i suoi complimenti non mi facevano per niente bene.
magari più tardi se ti va ti porto ad una festa.. incalzò Matias
Una festa? domandai confusa
Si. Il mio amico Nicolas ne organizza una ogni anno... sai questa festa qui diventa ogni volta più noiosa e noi invece sappiamo come divertirci rispose Matias sorridendo. Un sorriso che alludeva a tutt'altro.
Avevo già sentito parlare di queste feste che venivano fatte durante il benvenuto ai nuovi studenti, ma non ne avevo mai preso parte prima d'ora.
Che ne dici se invece ci andassimo ora? chiesi con uno sguardo deciso.
Ma certo! esclamò Matias più che sorpreso.
Mi prese per la mano e rientrando dal giardino con lui, vidi Gaston parlare con quella Belinda. Strinsi ancora di più la mano in quella di Matias e mi lasciai condurre in un posto che nemmeno io conoscevo.


Edited by esperanza; - 8/9/2011, 15:49
 
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CAT_IMG Posted on 28/12/2010, 12:00
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5° Capitolo

Gaston Version

Era più di un'ora che giravo come un idiota per quei maledetti corridoi; ma ancora non l'avevo trovata. Mi sentivo un completo stupido perchè sapevo che era andata via a causa mia. Ma perchè proprio con quel Matias! Nessun ragazzo era più inaffidabile di lui. Sentivo che se non fossi arrivato in tempo, di sicuro Matias avrebbe approfittato della situazione. L'ultima cosa che volevo era proprio vedere Carol distrutta a causa mia.
Ad un tratto sentii un cadere di bicchieri provenire dagli spogliatoi femminili. Senza pensarci due volte aprii di scatto la porta.
Carol! gridai senza nemmeno vedere chi c'era dentro. E in effetti avevo proprio sbagliato. Nella stanza c'erano solo due ragazzi dell'ultimo anno, mezzi ubriachi, intenti a sbottonarsi i jeans.
Ehi amico non ti hanno detto che si bussa! urlò il ragazzo con la voce di un vero ubriaco
Scusate! esclamai sbattendo la porta alle mie spalle.
Perfetto! Ero punto e da capo!
Con la poca speranza che mi restava continuai a cercarla... ma non dovetti farlo a lungo dato che fu Carol a trovare me. Era appoggiata al muro con le scarpe in mano. Aveva bevuto così tanto che non riusciva nemmeno a reggersi impiedi.
Carol! esclamai rincuorato.
Gaston... sussurrò lei tenendosi saldamente al muro. Mi avvicinai e la feci sedere in terra.
Che cosa hai combinato? chiesi in tono severo
Niente... ho solo bevuto un pochiiiino rispose Carol indicando con due dita mezzo bicchiere.
Si giusto un pò! dissi sarcasticamente, ma sempre con tono disprezzatorio. lo sai benissimo che quel Matias è il ragazzo meno affidabile che ci sia sulla faccia della terra. E tu con chi vai? Con lui, mi pare giusto! continuai con tono punitivo.
Ti prego non urlare! bisbigliò Carol appoggiando la testa al muro.
Hai ragione... è meglio se ne parliamo domani
No! Non te ne andare!
Stai tranquilla... prima ti porto in stanza la rassicurai alzandomi in piedi.
Su andiamo! esclamai porgendole la mano.
Non ce la faccio a camminare... voglio restare qui disse Carol come una bambina che fa i capricci.
ti porto io... sù e prendendola per i fianchi la portai col bacino sulle mie spalle. Sembrava un sacco messa in quella posizione, ma era l'unico modo per riportarla nella sua stanza.
Salìì faticosamente le scale e nonappena mi ritrovai davanti alla stanza 115 mi sentii rincuorato. Per tutto il tragitto Carol non aveva aperto bocca, tanto che pensavo si fosse addormentata.
Tenendola sempre nella stessa posizione cercai le chiavi della stanza nella tasca del suo vestitino. Quando le trovai fu davvero un impresa aprire la porta e non farla cadere.
Siamo arrivati! annunciai mentre la poggiavo sul suo letto. Carol si limitò a brontolare, così le sistemai la testa sul cuscino e le portai le coperte fino alle spalle. Mi sedetti sul lato estremo del suo letto e la guardai chiudere e riaprire gli occhi diverse volte.
Buona Notte le sussurrai alzandomi e mettendole una mano sulla fronte; come si fa con i bambini quando hanno la febbre.
No! gridò Carol trattenendo il mio braccio non andare via un'altra volta continuò accarezzando la mia mano. La teneva tra le sue e la rigirava più volte quasi fosse un giocattolo. Mi sedetti di nuovo, arresso all'idea di poter tornare in stanza.
Poi improvvisamente vidi Carol alzarsi e mettersi seduta in mezzo al letto. Dapprima mi guardò tenendo la testa inclinata poi ,tenendo le braccia tese sul materasso, si sporse verso di me.
Vidi il suo viso a pochi centrimetri dal mio e solo quando Carol posò le sue labbra sulle mie mi resi conto di ciò che stava succedendo.
Tenendomi per la camicia, Carol mi tirò a sè e mi ritrovai steso su di lei. Continuai a baciarla nonostante tutto e quando mi staccai la vidi sorridere tenendo ormai in mano un bottone. Mi avvicinai nuovamente per baciarla e l'aiutai a togliermi definitivamente il resto della camicia. Carol teneva le mani avvinghiate alla mia schiena e le nostre labbra continuavano a muoversi insieme. Solo quando si staccò per sfilarsi di dosso il vestito mi inondò un senso di colpa enorme.
Mi allontanai un bel pò e fermai la mano di Carol con la mia. Se avessi continuato non sarei stato molto diverso da Matias... avrei approfittato di Carol che, ubriaca com'era, non avrebbe mai capito cosa stava per fare.
E' meglio finirla qui sentenziai riprendendo la camicia
Ma...
Ma niente. Ora riposa e domani se ricorderai qualcosa ne riparleremo.
Arresa Carol si riappoggiò sul cuscino e chiuse gli occhi. Guardandola sprofondare nel sonno, uscii dalla stanza; solo poco prima che la porta si richiudesse gettai un ultimo sguardo verso il suo letto, sussurrando Buonanotte Piccola Bedoya
 
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