Posts written by wayfarër

CAT_IMG Posted: 31/7/2011, 14:42 Una vez mas - // fan fiction
Capitolo 8
Carol version

<<e' di Belinda>> sentenziò Carlos.
Sbattei gli occhi diverse volte. Ogni curva, ogni sfumatura, ogni singolo particolare della mia chiave si ripeteva su quella di Belinda.
<<non è possibile!>> esclamai sbigottita. La mia espressione confusa si rifletteva sul volto di Carlos. Che Belinda fosse una nostra lontana parente? Una cugina persa di vista? Una di quelle persone che fanno parte della tua famiglia ma di cui non sai nemmeno il nome? Domande come quelle si susseguivano nella mia mente e la confusione che avevo provato appena sveglia tornò duplicata. Scrutai Marì e Feli; entrambe avevano assunto un espressione seria e un pò corrucciata, quasi quanto quella che avevo visto al mio risveglio.
<<carlos dove l'ha trovata?>> chiesi mentre proprio in quel momento Belinda stava entrando in stanza.
<<me la regalò mia madre al mio quattordicesimo compleanno. Si trovava dentro questo ciondolo>> rispose la ragazza porgendomi una collana con un cuore aperto a conchiglia <<avevo sempre saputo che il ciondolo poteva essere aperto, ma avevo sempre pensato che ci fosse solo qualche stupido ricordo di famiglia>> continuò Belinda mentre io rigiravo tra le mani quel piccolo ornamento.
<<proprio ieri sera mentre eravamo in piscina si è aperto, non...>> Carlos si intromise ma mi fu impossibile continuare ad ascoltare; quella storia era troppo simile.
<<anche mamma mi ha regalato questa chiave per il mio quattordicesimo compleanno, però non l'ha celata in alcun oggetto! Non ricordo molto, solo che quando me la porse mi disse "lo so che penserai che è strano e inconsueto ricevere una chiave come regalo, ma un giorno ti sarà molto utile. Conservala bene mia piccola guardiana!>>
<<guardiana?>> chiese Belinda stranita
<<si mamma la chiamava così credo per il fatto che da piccola amava la scherma>> si giustificò Carlos
<<suvvià ragazzi! Forse a quel tempo andavano di moda le chiavi e le vostre madri hanno pensato di regalarvele, tipo per tramandarle?>> Feli si avvicinò al nostro gruppetto pronunciando queste parole.
<<già! Feli ha ragione! Le vostre madri non si sono mica messe d'accordo!>> concluse Marì ripetendo in modo sarcastico l'ultima parte.
Bè in fondo avevano ragione! Come potevano mia madre e la sua decidere tutto ciò senza nemmeno conoscersi! Oh cavolo! Come avevo fatto a non pensarci prima?! Fu proprio in quel momento che mi si accese una lampadina.
<<come si chiama tua padre Belinda?>> chiesi fulminea
<<valeria. Valeria Gutierrez.>> rispose di getto <<ma questo cosa c'entra?>>
Valeria Gutierrez. Quel nome diceva tutto e niente. Non ricordavo alcuna amica di mia madre che si chiamava così. Scrutai Carlos, forse lui ricordava qualcosa. Il suo viso, però, era assorto in non so quale pensiero.
<<forse potrei chiamare mia madre e chiederle se la conosce>> dissi risoluta.
<<chiederle se la conosce?! Mi sembra normale che ti dica di si! Chi non conosce la moglie di Arrechavaleta! Che diamine!>> Belinda sputò quelle parole come se desiderasse che non le appartenessero. Non capivo perchè le desse così fastidio parlare dei suoi. Se ne stava lì con le braccia incrociate sul petto e un'espressione corrucciata; Carlos le si avvicinò. <<carol è meglio finirla qui. In fondo hanno ragione Marì e Felì. Mi sono allarmato per una sciocchezza>> disse risoluto.
Io mi limitai ad annuire, quella giornata era iniziata proprio male!
<<si Carlos hai ragione. Ora è meglio che vada>> decisi uscendo a grandi passi dalla mia stanza. Mai come quel giorno quelle quattro mura mi davano tanta agitazione. Il corridoio del dormitorio era deserto, evidentemente erano già tutti in classe.Bene, un punto a mio favore dato che desideravo restare un pò sola. Mi allontanai quanto più possibile dalla mia stanza e mi sedetti in terra. Dietro quella rientranza ero ben nascosta da chiunque decidesse di passare di lì. Appoggiai la testa al muro. Avevo una strana sensazione in me, qualcosa che mi diceva di non lasciar perdere tutto. Sentivo un peso in fondo allo stomaco, qualcosa che diventava sempre meno sopportabile. Come potevano quelle due chiavi essere così perfettamente identiche? Avevo ancora la loro immagine li davanti agli occhi. Scrollai la testa per mandar via quel pensiero.Che cavolo! Era solo una chiave, lo pensavano tutti! Tranne me ovviamente. Più mi ripetevo che era così, più quella frase mi risuonava stupida . Forse Carlos aveva ragione, a volte ero davvero paranoica.
Portai le ginocchia al petto. Sin da piccola usavo mettermi in quella posizione quando qualcosa non andava. Cercai di svuotare la mente ma sentii un dito scorrermi lungo il braccio. Presi un bel respiro pronta a dare una qualsiasi spiegazione a la persona che avevo accanto, però quando aprii gli occhi vidi solo Gaston.
Se ne stava lì seduto proprio pochi centimetri da me e mi scrutava.
<<ehi Carol va tutto bene?>>
<<si Gaston... stavo solo pensando un pò>>
<<lo so, ti metti sempre qui quando hai qualcosa per la testa>> Dimenticavo che Gaston mi conosceva fin troppo bene.
<<se ti va di parlarne...>> incalzò lui. Con un cenno gli feci capire che proprio non ne avevo voglia. Gaston abbozzò un sorriso. <<bè allora vieni con me!>>
Mi prese la mano e facendomi alzare mi portò con lui. Lo guardai male. <<non ho voglia di andare in giro>>
<<ma non stiamo andando "in giro"> concluse Gaston fermandosi davanti al suo armadietto. Lo guardai con aria interrogativa.
<<beh?>>
<<beh nulla! Aspetta che...>> Gaston continuava a frugare tra una serie di fogli <<eccola!>>
<<cos'è?>>
<<leggi. E' una canzone che scrisse mio padre quando era poco più grande di me. Non credo che la cantasse con mia madre. Sai lei è davvero una campana!>>
Aprii il foglio abbozando un sorriso.

Abre tus ojos, búscame
Estoy tan lejos sientiéndote
Si estás perdido sin saber de mí
Abre tus ojos, estoy aquí

Abre tus ojos para ver
En mi mirada la luz que hallé
Abre tus ojos y podrás sentir
Que hay otro cielo por vivir

<<wow! E' davvero bella!>> esclamai continuando a leggere. Gaston rise.
<<ma perchè la fai vedere proprio a me?>>
<<ogni volta che sento che qualcosa non sia come dovrebbe essere, che mi sento perso, che ho voglia di cambiamenti, leggo il testo di questa canzone."Apri gli occhi" mi da la forza di pensare che tutto ciò che ci circonda non è come lo vediamo, che se apriamo davvero gli occhi possiamo trovare ciò che cerchiamo.>>
Lo scrutai rimurginando le sue parole. Un sorriso spuntò spontaneo sulle mie labbra. Come non sorridere dopo che il tuo migliore amico ha trovato di nuovo il modo di farti star meglio.
<<posso tenerlo?>> chiesi dopo un pò
<<certo! Prendi pure>> mi rispose Gaston con leggerezza. Alzai gli occhi per dargli un bacio ma qualcosa catturò la mia attenzione. Con un braccio feci spostare Gaston. Il cuore prese a battermi fortissimo. Sembrava volesse schizzare fuori dal petto. Non era possibile! Un' altra chiave?!
CAT_IMG Posted: 19/4/2011, 15:30 Simeria (e Pablochi) Fan Club^^ - // fan club
Mmm non saprei quale di quei motivi scegliere dato che sono tutti perfetti xD
Mi iscrivo perchè adoro questa coppia (sia Simeria che Pablochi) e fanno un baffo a tutte le altre <3
CAT_IMG Posted: 18/4/2011, 18:19 Una vez mas - // fan fiction
Capitolo 7

Carol version

La sveglia sul comodino continuava a suonare ad un volume insolito. Mi girai, con la testa ancora sotto il cuscino, e cercai di mettere fine a quel suono orrendo. La mia mano premette delicatamente sulla parte superiore della sveglia e il trillo cessò immediatamente. Chissà che ore erano...
Mi alzai di sbotto e rimasi sorpresa dal forte mal di testa che mi aveva fatta ricadere di nuovo sul letto.
Ehi Carol finalmente ti sei svegliata...ci eravamo preoccupate!
Marisol e Felysia erano sedute sul letto di fronte al mio e mi scrutavano pensierose.
Buongiorno! Ehi ma perchè siete ancora qui, tra cinque minuti iniziano le lezioni affermai lanciando un occhiata alla sveglia.
Bè non ti volevamo lasciare sola. Dopo lo stato in cui ti abbiamo trovata ieri sera abbiamo pensato che era meglio starti vicino Marì mi scrutò ancora una volta adesso però ci devi dire cosa è successo?
Cosa volete che sia successo! Sono tornata in stanza dopo la festa Era la verità!
Carol tu eri ubriaca quando siamo entrate in stanza, e dicevi cose senza senso su Gaston questa volta fu Felysia a parlare.
Arrossii leggermente quando accennò a Gaston.
Fely forse stavo parlando nel sonno...è impossibile che mi sia ubriacata
Oh Carol, non siamo stupide e poi abbiamo trovato questo accanto al tuo letto continuo Fely porgendomi un bel bottone blu. Le guardai confusa.
Ieri sera te ne sei andata via dalla festa con Matias e non ti abbiamo più vista. Poi quando siamo tornate qui ti abbiamo trovato in uno stato pietoso si intromise Marisol
Guardai Marisol e Felysia esterefatta quel bottone diveniva la certezza che qualcosa la sera scorsa non era andata come mi ostinavo a credere. Lo rigiravo tra le mani incredula, e ad un tratto l'immagine di me e Matias al centro del giadino comparve davanti ai miei occhi come un flash. Fu fugace e nitido ma divenne uno spiraglio in quel buio che era la mia testa.
Non è possibile! esclamai bisbigliando. Marisol e Felysia erano ancora lì aspettando che continuassi.
Io credo che ieri sera sia venuta qui con...con Matias Tentennai senza guardarle negli occhi. Vidi le mie due migliori amiche diventare pallide come il muro della stanza che condividevamo. Mi osservarono come per capire dove fosse il tranello, quel momento in cui ridendo avrei gridato "sto scherzando", ma purtroppo il tranello non c'era. Non so bene perchè ma la mia mente riportò subito l'attenzione su Gaston. Quante volte avevo fantasticato su noi due, su come sarebbe stato... il luogo, il giorno, il suo volto a pochi centrimetri dal mio, i nostri respiri intrecciati... Eppure per la semplice paura di soffrire avevo fatto sì che Matias mi rubasse l'unicità di quel momento. Quanto mi sentivo stupida!
Ehi Carol sei sicura che fosse proprio Matias? Questa volta fu Marì a parlare
Io credo di si...è stato l'unico con cui sono stata ieri sera
Bè magari ti sbagli...forse quel bottone lo ha perso riaccompagnandoti in stanza. A volte le cose non sono come ci ostiniamo a vederle.
Stavo per risponderle che era strano che il bottone fosse prorpio vicino al mio letto, quando qualcuno bussò alla porta. Feli si alzò di scatto dal letto e corse ad aprire. Sulla soglia apparve Carlos.
Carol! Carol! Carol! mi ripetè tre volte entrando a grandi passi nella stanza. Che avesse già saputo tutto? Che vergogna...
Carol devi darmi subito quel ciondolo che ti ha dato la mamma! continuò Carlos senza dare peso al mio volto sconvolto.
Certo ora lo prendo...ma perchè tanta fretta?
Mio fratello non rispose, si limitò a guardarmi mentre frugavo nel mio bauletto. Forse si era dimenticato di qualche mesiversario con una delle sue ragazze, e ora veniva a chiedere a me il regalo! Ah, ma di certo non gli avrei dato nulla!
Eccolo! esclamai aprendo una piccola scatolina sulla sinistra. Carlos mi strappò il ciondolo dalle mani e il suo sguardo si fece ancora più confuso. A quel punto davvero non riuscii a capire nulla!
Ma che cosa sta succedendo? A cosa ti serve il ciondolo? chiesi con un punto interrogativo stampato in faccia. Carlos continuava a non rispondermi, rigirava tra le mani quel piccolo ornamento. Ad un tratto però aprì l'altra mano che fino ad allora era rimasta stretta in un pugno. Sul suo palmo c'era una chiave identica a quella del mio ciondolo.
CAT_IMG Posted: 1/4/2011, 13:52 Cyber girls - A gurls wurld - First & Official Forum! - - Affiliazioni
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CAT_IMG Posted: 7/2/2011, 18:29 Una vez mas - // fan fiction
6° Capitolo

<i> Belinda Version

Esattamente come una sciocca, mi ritrovavo a vagabondare per la prima volta lungo i corridoi di quella scuola. Carlos ormai era andato via, lasciandomi sola come

una stupida; ma dopotutto ero stata io a sbagliare. Non avrei mai dovuto indicare Gaston invece di rispondere ad una domanda che di sicuro avrebbe cambiato l'esito

di quella serata. Eppure non riuscivo a sentirmi in colpa. Dopotutto noi non stavamo insieme, anche se era ovvio che tra di noi non ci sarebbe mai stata una semplice

amicizia. In quel momento la cosa migliore era starsene in un luogo dove era impossibile torturarsi il cervello a pensare a come sarebbe andata. Quindi pensai che la

mia stanza era il posto dove non avrei proprio dovuto mettere piede. Ancora non conoscevo bene tutte le aule di quella scuola, così guardando i diversi cartelli appesi

lungo le pareti, optai per la piscina di acqua salata.
Come mi era stato detto, quella scuola prima non era nient'altro che una casa molto grande, ma dopo molti anni di lavori erano riusciti ad erigerci un vero e proprio

college.
Seguii l'indicazione del cartello e svoltai presso la prima curva. Non ebbi nemmeno il tempo di girare che subito vidi la piccola piscina illuminata da qualche luce e dal

debole riflesso della luna. L'avevano attrezzata proprio bene. Tutt'attorno ad essa c'erano diversi lettini blu, portanti il logo della scuola, e su alcuni di essi c'erano

delle coppiette che si tenevano per mano. Alcune apparivano impacciate, mentre altre con fare più esperto cercavano un pò d'intimità.
Cercai con gli occhi un posto che non fosse troppo vicino a quelle coppiette, ma che non fosse nemmeno troppo lontano dalla piscina. Alla fine optai per il secondo

lettino a destra dell'entrata.
Mi sedetti e con fare disinvolto presi a giocherellare con le dita. Scrutai il cielo pieno di stelle e pensai che,anche se San Lorenzo era passato da un bel pò, di sicuro

un giorno sarei riuscita a vedere qualche stella cadente. Purtroppo non ero mai stata così fortunata da vederne una, ma anche se fosse accaduto non avrei mai saputo

segliere il desiderio giusto da affidarle.
Mi voltai leggermente e notai che esattamente al lato opposto della piscina c'era un ragazzo seduto su un lettino, era solo e sembrava assorto in chissà cosa. Un pò

come me.
Fu solo quando quest'ultimo si alzò che potei riconoscerlo. Anche se era da poco che ci conoscevamo di certo, il suo modo di camminare e il suo portamento, non li

avrei scambiati con nessuno. Era proprio lì, e mi sembro che non ci vedessimo da chissà quanto. Era proprio lui. Carlos.
Si accorse quasi subito che lo stavo fissando e credo fu per questo che mi raggiunse. Si mise impalato davanti al mio lettino e scrutando il resto dei posti liberi si

sedette sulla sdraio dietro di me.
Hai fatto presto... incalzò Carlos senza guardarmi.
Di certo non sarei mai rimasta sola come una stupida accanto alla pista da ballo. Magari aspettando che tu avessi fatto pace col cervello risposi secca
Bè non sono di certo io quello che dovrebbe fare pace col proprio cervello ribattè Carlos continuando a tenere lo sguardo altrove. Quanto odiavo quando

qualcuno mi parlava senza guardarmi!
Primo, sei tu quello che se la prende per nulla. Secondo, guardami in faccia quando ti sto parlando dissi facendo in modo che finalmente si voltasse verso di

me, afferandogli il viso con una mano. Carlos la prese e racchiudendola nella sua la poggiò sul mio lettino.
Non capisco perchè te la prendi per così poco, in fondo ci conosciamo da pochissimo continuai guardandolo dritto negli occhi.
Carlos accennò un piccolo sorriso strafottente potrebbero essere passate anche solo due ore, o minuti, dal momento che ci siamo conosciuti; ma di certo anche

dopo due secondi avrei capito che non saremmo mai potuti essere amici.

Adesso anche il suo sguardo era fermo. Credo di averlo capito anche io ammisi mordendomi leggermente il labbro inferiore.
Quella frase era stata breve ma conclusiva, un pò come quelle lame piccole e affilate a cui basta un solo colpo per distruggere tutto. Solo che con quella frase non

avevo distrutto proprio nulla; stavo solo per dar inzio a qualcos'altro.
Nessuno dei due sapeva cosa dire. Ormai avevamo in un qualche modo chiarito, anche se non c'era mai stato un vero litigio. Fu Carlos a rompere definitavemente il

silenzio; mi scrutò attentamente ma pensieroso poi staccando per un attimo gli occhi da me chiese Posso sedermi lì? col dito indicava il posto accanto a me

sul lettino. Io annuii soltanto, anche se avrei voluto rispondere con un "si certo" o un'espressione che gli avesse fatto capire che davvero lo volevo vicino, e non che

avessi risposto solo per cortesia. Carlos intanto si era già seduto e insieme a lui era tornato il silenzio di prima. Questa volta però ero io che dovevo dire qualcosa.

Dovevo essere io a rompere il silenzio. Mi sforzavo di trovare qualcosa di cui parlare ma la mia mente sembrava vuota. Ripensai alla nostra lunga chiacchierata nel

pomeriggio sperando di trovare in essa un elemento che potesse dare inizio ad un nuovo dialogo. Ma niente.
Per tutto il tempo che ero stat lì ferma a pensare i miei occhi erano rimasti fermi sul pavimento. Solo quando capii che non avevo proprio niente da dire li alzai per

scrutare l'espressione di Carlos. Nonappena cercai il suo volto non trovai altro che le sue labbra, ormai poggiate sulle mie. Ci volle davvero poco per sciogliere quel

groviglio di pensieri che avevo in testa. Posai una mano sulla spalla di Carlos mentre le nostre labbra continuavano a muoversi insieme. Le sue dita percorrevano i

contorni del mio volto e sembravano fuoco sulla mia pelle fredda. I nostri occhi si incontrarono solo nel momento in cui le nostre labbra si separarono un attimo per

poi tornare di nuovo insieme. In quella sera avevamo scambiato pochissime parole, ma l'intensità del suo sguardo era stata molto più eloquente.
Quando con riluttanza mi allontanai un pò, sorrisi quasi come una stupida, come se quella situazione mi tornasse sempre nuova. Carlos,invece, sembrava molto più a

suo agio e aveva un sorriso diverso dal mio. Un sorriso strafottente e beffato... il sorriso che mi aveva fatto accorgere di lui quella mattina.
Carlos mi avvolse nella sue braccia enormi e restammo così per un tempo che mi sembrò infinito. Chiusi gli occhi e cercai di stampare nella memoria ogni singolo

istante. Ogni singolo suono. Ogni singolo brivido.
CAT_IMG Posted: 11/1/2011, 14:32 Una vez mas - // fan fiction
Graziee :DD Eh si Carol e Carlos sono proprio i figli di Mar e Thiago (:
CAT_IMG Posted: 28/12/2010, 12:00 Una vez mas - // fan fiction
5° Capitolo

Gaston Version

Era più di un'ora che giravo come un idiota per quei maledetti corridoi; ma ancora non l'avevo trovata. Mi sentivo un completo stupido perchè sapevo che era andata via a causa mia. Ma perchè proprio con quel Matias! Nessun ragazzo era più inaffidabile di lui. Sentivo che se non fossi arrivato in tempo, di sicuro Matias avrebbe approfittato della situazione. L'ultima cosa che volevo era proprio vedere Carol distrutta a causa mia.
Ad un tratto sentii un cadere di bicchieri provenire dagli spogliatoi femminili. Senza pensarci due volte aprii di scatto la porta.
Carol! gridai senza nemmeno vedere chi c'era dentro. E in effetti avevo proprio sbagliato. Nella stanza c'erano solo due ragazzi dell'ultimo anno, mezzi ubriachi, intenti a sbottonarsi i jeans.
Ehi amico non ti hanno detto che si bussa! urlò il ragazzo con la voce di un vero ubriaco
Scusate! esclamai sbattendo la porta alle mie spalle.
Perfetto! Ero punto e da capo!
Con la poca speranza che mi restava continuai a cercarla... ma non dovetti farlo a lungo dato che fu Carol a trovare me. Era appoggiata al muro con le scarpe in mano. Aveva bevuto così tanto che non riusciva nemmeno a reggersi impiedi.
Carol! esclamai rincuorato.
Gaston... sussurrò lei tenendosi saldamente al muro. Mi avvicinai e la feci sedere in terra.
Che cosa hai combinato? chiesi in tono severo
Niente... ho solo bevuto un pochiiiino rispose Carol indicando con due dita mezzo bicchiere.
Si giusto un pò! dissi sarcasticamente, ma sempre con tono disprezzatorio. lo sai benissimo che quel Matias è il ragazzo meno affidabile che ci sia sulla faccia della terra. E tu con chi vai? Con lui, mi pare giusto! continuai con tono punitivo.
Ti prego non urlare! bisbigliò Carol appoggiando la testa al muro.
Hai ragione... è meglio se ne parliamo domani
No! Non te ne andare!
Stai tranquilla... prima ti porto in stanza la rassicurai alzandomi in piedi.
Su andiamo! esclamai porgendole la mano.
Non ce la faccio a camminare... voglio restare qui disse Carol come una bambina che fa i capricci.
ti porto io... sù e prendendola per i fianchi la portai col bacino sulle mie spalle. Sembrava un sacco messa in quella posizione, ma era l'unico modo per riportarla nella sua stanza.
Salìì faticosamente le scale e nonappena mi ritrovai davanti alla stanza 115 mi sentii rincuorato. Per tutto il tragitto Carol non aveva aperto bocca, tanto che pensavo si fosse addormentata.
Tenendola sempre nella stessa posizione cercai le chiavi della stanza nella tasca del suo vestitino. Quando le trovai fu davvero un impresa aprire la porta e non farla cadere.
Siamo arrivati! annunciai mentre la poggiavo sul suo letto. Carol si limitò a brontolare, così le sistemai la testa sul cuscino e le portai le coperte fino alle spalle. Mi sedetti sul lato estremo del suo letto e la guardai chiudere e riaprire gli occhi diverse volte.
Buona Notte le sussurrai alzandomi e mettendole una mano sulla fronte; come si fa con i bambini quando hanno la febbre.
No! gridò Carol trattenendo il mio braccio non andare via un'altra volta continuò accarezzando la mia mano. La teneva tra le sue e la rigirava più volte quasi fosse un giocattolo. Mi sedetti di nuovo, arresso all'idea di poter tornare in stanza.
Poi improvvisamente vidi Carol alzarsi e mettersi seduta in mezzo al letto. Dapprima mi guardò tenendo la testa inclinata poi ,tenendo le braccia tese sul materasso, si sporse verso di me.
Vidi il suo viso a pochi centrimetri dal mio e solo quando Carol posò le sue labbra sulle mie mi resi conto di ciò che stava succedendo.
Tenendomi per la camicia, Carol mi tirò a sè e mi ritrovai steso su di lei. Continuai a baciarla nonostante tutto e quando mi staccai la vidi sorridere tenendo ormai in mano un bottone. Mi avvicinai nuovamente per baciarla e l'aiutai a togliermi definitivamente il resto della camicia. Carol teneva le mani avvinghiate alla mia schiena e le nostre labbra continuavano a muoversi insieme. Solo quando si staccò per sfilarsi di dosso il vestito mi inondò un senso di colpa enorme.
Mi allontanai un bel pò e fermai la mano di Carol con la mia. Se avessi continuato non sarei stato molto diverso da Matias... avrei approfittato di Carol che, ubriaca com'era, non avrebbe mai capito cosa stava per fare.
E' meglio finirla qui sentenziai riprendendo la camicia
Ma...
Ma niente. Ora riposa e domani se ricorderai qualcosa ne riparleremo.
Arresa Carol si riappoggiò sul cuscino e chiuse gli occhi. Guardandola sprofondare nel sonno, uscii dalla stanza; solo poco prima che la porta si richiudesse gettai un ultimo sguardo verso il suo letto, sussurrando Buonanotte Piccola Bedoya
CAT_IMG Posted: 10/12/2010, 17:48 Una vez mas - // fan fiction
quello te lo dirò nei prossimi capitoli (: Ma già in questo si scopre qualcuno

Capitolo 4

Belinda version

Come primo giorno di lezioni non era stato per niente male ...i compagni di classe erano stati tutti carini con me e i professori non sembravano tanto male.
Mentre tornavo in stanza giocherellavo col ciondolo che mia madre mi aveva regalato. Era davvero bello e particolare; non era uno di quei ciondoli normali, dato che non aveva la forma che hanno di solito, però nascondeva una piccola apertura che non ero mai riuscita a tirar fuori. Forse non l'avrei mai aperto, ma tanto il massimo che ci avrei trovato sarebbe stato qualche ricordo di famiglia. In casa c'erano ovunque "cose di famiglia" dato che i parenti di mio padre non erano per niente modesti.
Per la prima volta aprii la porta della mia stanza e le pareti piene di quei ricordi che avevo a casa svanirono in un attimo. Nella stanza c'era un letto solo ... non capivo perchè i miei avessero deciso di pagare di più solo per darmi una camera singola. Una compagna di stanza mi avrebbe fatto bene.
Raccolsi la mia roba e la gettai sul letto, non avevo proprio voglia di disfare le valigie. Mi buttai scompigliando i cuscini e pensai a tutte le persone che avevo conosciuto quel giorno...
Per primo avevo conosciuto Gaston, non sembrava male come amico. Poi Carlos, che mi aveva letteralmente colpita. Avevamo passato tutta l'ora di biologia inseme, e a pranzo avevo anche scoperto che da piccoli abitavamo nella stessa città. Mi avevo parlato tantissimo di lui, e io gli avevo parlato di me. Avevo anche scoperto che era un patito del calcio, e che sognava di fare il portiere del Boca. Era stato davvero gentile con me.
E infine avevo conosciuto Carol, carina ma sembrava quasi impazzita oggi.
Mi rigirai su me stessa e pensai " che faccio sta sera vado o no?". Le feste non mi erano mai piaciute ma forse quella non sarebbe stata per niente male. Per ora conoscevo tre persone su chissà quante e, se mio padre non aveva mentito, sarei dovuta rimanere per un pò. Bè per questa volta potevo fare un'eccezione.
Decisa aprii la valigia in cerca di qualcosa da mettere. In tutta la mia vita,mai mi ero sentita così nervosa. Mi guardai più e più volte allo specchio, ma nulla sembrava convincermi. Non avevo poi così tanti vestitini da sera dato che li odiavo, ma quelli che avevo mi facevano sentire incredibilmente insicura. Ma perchè mi importava così tanto far bella figura con gente che probabilmente non mi considererà mai?!
Ormai arresa chiusi la porta dell'armadio e mi costrinsi ad uscire da quella stanza. Scesi le scale lentamente, e solo quando vidi un gruppetto di ragazzi nell'atrio diventai ancora più nervosa di prima. Scrutai attentamente i ragazzi chiusi a semicerchio, e quando i miei occhi si posarono su Carlos gli ultimi gradini divennero improvvisamente infiniti.
Ehi c'è la tipa nuova! disse un ragazzo alto almeno un metro e novanta
Gli occhi dei ragazzi si voltarono automaticamente verso di me. Distrattamente finsi un piccolo sorriso e mi voltai verso la porta che dava sul giardino. La festa si sarebbe tenuta lì.
Ehi Belinda... sei arrivata anche tu! esclamò Carlos staccandosi leggermente dal gruppetto
Si,non mi andava di restare in stanza dissi riprendendo il mio solito atteggiamento
Si vede che le tue compagne non sono così simpatiche allora.. si intromise il ragazzo che prima mi aveva indicata
veramente io non condivido la stanza con nessuno
Cavoli! Allora i tuoi devono essere proprio ricchi sfondati continuò il ragazzo. Carlos gli diede subito un colpo sul braccio e mi sussurrò un "scusalo".
No, non fa nulla... dissi mettendo le mani in avanti posso permettermi una stanza così solo perchè mio padre ha ereditato la direzione di una grande società da mio nonno. Niente di più continuai chiudendo il discorso
Te lo dicevo! E' lei la figlia di Arrechavaletra esclamò ostinato il ragazzo verso Carlos.
Si ma forse è meglio che ora te ne vai alla festa. Ti pare Bruno? rispose Carlos guardando male l'amico
Tranquilli non fa nulla, ci sono abituata. Ora però vado di là o mi perdo l'inizio del party dissi indicando la porta. Non mi andava proprio di continuare a parlare della mia famiglia... non mi era mai piaciuto.
Ti accompagno io! esclamò Carlos affiancandomi.
Mi limitai a sorridere e a riprendere in mano il ciondolo che portavo al collo, come facevo ogni volta che ero nervosa. Carlos era davvero molto alto, ma me ne accorsi solo nel momento in cui si mise accanto a me. Senza che se ne accorgesse, ogni tanto, gettavo uno sguardo verso di lui; poi appena lo sorprendevo a voltarsi verso di me tornavo subito a guardare in avanti. Era strano da parte mia... era difficile che mi sentissi a disagio con qualcuno, anzi molto spesso ero proprio io a far spaventare la gente. Mia nonna diceva che ero proprio uguale a mia madre, bella ma aggressiva. In effetti somigliavo molto a mia madre, anche se nell'ambito scolastico per fortuna avevo ereditato tutto da mio padre. Non mi piaceva parlare della mia famiglia perchè se pensavo a loro non mi sentivo per nulla gratificata. I miei genitori avevano grandi speranze in me, soprattuto mio padre, ma io sapevo che da un momento all'altro li avrei delusi.
Scusa per prima, ma Bruno vuole sempre sapere tutto di tutti incalzò Carlos per trovare qualcosa di cui parlare.
Tranquillo ti ho già detto che non fa nulla... tanto non c'è niente di male nel chiedere qualcosa risposi giustificando l'amico. Carlos si limitò a sorridere, poi appena varcammo la soglia del giardino mi prese la mano e mi condusse fino all'estremità della pista da ballo.
Ti va di ballare? chiese Carlos un pò incerto. Stavo per rispondere che non sapevo ballare, quando vidi Gaston che veniva verso di noi.
C'è Gaston! esclamai indicandolo. Poi vidi il viso arreso di Carlos e tirai indietro la mano.
Gaston che intanto era arrivato proprio davanti a noi, ci scrutava entrambi.
Ehi ragazzi, che fate? chiese vedendo che nessuno dei due diceva nulla
Volevamo, anzi volevo ballare... ma credo che non lo farò rispose Carlos guardando in un punto lontano.
Che caratteraccio! Se la prendeva per così poco...
Vabbè... forse è meglio che io vada... incalzò Gaston
No, tranquilli vado io affermò Carlos soffermandosi con lo sguardo su di me
Carlos... perchè mai te ne dovresti andare! esclamai iniziandomi ad arrabbiare.
Non voglio essere di troppo rispose lui secco
Dai ragazzi, ve la prendete per così poco! subentrò Gaston comunque ero venuto a chiedervi se avete visto Carol. continuò scrutando la gente intorno.
Si è andata dentro con quel tipo... quel Matias rispose Carlos con lo stesso tono menefreghista di prima.
Matias?? Gli occhi di Gaston erano due fessure
Si. Perchè? chiese ingenuamente Carlos
Ma ti rendi conto di chi stiamo parlando??
Si! Di Matias, quello dell'ultimo anno... Carlos parlò come se fosse ovvio.
Gaston sembrò non apprezzare quel suo menefreghismo, tanto che senza dire nulla si voltò e tornò indietro verso l'atrio. Mi voltai immediatamente verso Carlos ma lui guardandomi un ultima volta neglio occhi si voltò per scomparire esattamente come aveva fatto Gaston.

Carol Version

Bene... pensai nonappena varcai la soglia della porta che dava sul giardino della scuola. Gaston era lì a pochi metri da me, eppure mi sembrava così distante. Forse mi sarei dovuta avvicinare nonostante tutto... ma non ne avevo il coraggio. Mi strinsi nel mio vestitino azzurro e mi accostai esattamente nella parte opposta a quella in cui si trovava Gaston. Evidentemente mi notò subito perchè con la coda dell'occhio vidi che aveva rivolto il suo sguardo verso di me. Per quella sera però non volevo pensare a lui! Non volevo tornare di nuovo in stanza con le lacrime agli occhi. Ormai sapevo troppo bene che se lo avessi tenuto d'occhio tutta la sera sarebbe andata a finire così.
Ehi Carol! Ti va di ballare? mi chiese improvvisamente un ragazzo interrompendo bruscamente i miei pensieri. Solo quando lo guardai meglio vidi che era Matias. Quel ragazzo non si arrendeva mai! Erano quasi due anni che mi corteggiava senza che io lo avessi mai degnato di uno sguardo. Tutte le ragazze sarebbero volute essere al mio posto... ma io proprio non capivo cosa ci trovassero.
Se quella richiesta mi fosse stata fatta due giorni prima di sicuro non avrei mai accettato; ma quella sera era diverso.
Certo che mi va risposi con un sorriso fintissimo. Matias dapprima sembrò sorprendersi, poi come se fosse tutto normale mi prese per la mano e mi portò al centro della pista da ballo.
Mi fece roteare più volte su me stessa, per poi stringermi a sè.
sei davvero stupenda con questo vestito mi sussurò all'orecchio Matias.
Grazie bisbigliai poco convinta. Non sapevo perchè ma i suoi complimenti non mi facevano per niente bene.
magari più tardi se ti va ti porto ad una festa.. incalzò Matias
Una festa? domandai confusa
Si. Il mio amico Nicolas ne organizza una ogni anno... sai questa festa qui diventa ogni volta più noiosa e noi invece sappiamo come divertirci rispose Matias sorridendo. Un sorriso che alludeva a tutt'altro.
Avevo già sentito parlare di queste feste che venivano fatte durante il benvenuto ai nuovi studenti, ma non ne avevo mai preso parte prima d'ora.
Che ne dici se invece ci andassimo ora? chiesi con uno sguardo deciso.
Ma certo! esclamò Matias più che sorpreso.
Mi prese per la mano e rientrando dal giardino con lui, vidi Gaston parlare con quella Belinda. Strinsi ancora di più la mano in quella di Matias e mi lasciai condurre in un posto che nemmeno io conoscevo.


Edited by esperanza; - 8/9/2011, 15:49
CAT_IMG Posted: 26/11/2010, 18:50 HAPPY BIRTHDAY LOTTERY! - // contest
nick: (fallen)
numero scelto (1-30): 8
hai inserito il banner in firma? ora lo aggiungo
CAT_IMG Posted: 19/10/2010, 20:37 Una vez mas - // fan fiction
Capitolo 3

Carol Version

Forse questa era la quarantesima volta che mi giravo per guardare verso il banco di Gaston... ma ormai per me era diventata un abitudine. Solo due volte i nostri sguardi si erano incrociati, ed entrambe le volte lui si era voltato automaticamente verso la nuova arrivata. Una ragazza biondina, ma non di quelle proprio bionde bionde, con degli occhi castani e una statura media. Si chiamava Belinda, o almeno così avevo capito quando si era presentata alla classe. Quel giorno c'erano troppi nuovi arrivati per poter ricordare tutti nomi.
Rassegnata all'idea che ormai a Gaston non importava più nulla di me, a malincuore, mi voltai verso il mio nuovo compagno di banco. Si chiamava Damien ed era un ragazzo con un bella stazza e dei capelli ramati, un pò dsordinati.
Allora da dove hai detto che vieni? chiesi a Damien
Emh da Buenos Aires...ho solo cambiato scuola, non città rispose come se fosse stata una cosa ovvia. Forse me lo aveva già detto... ma evidentemente non lo avevo ascoltato con attenzione.
Giusto dissi con uno dei miei sorrisi Oh bè stasera lo sai che c'è la festa per i nuovi arrivati vero? continuai cercando qualcosa di cui parlare
si si ... me lo ha detto quel ragazzo, Gaston rispose Damien indicando Gasti
Mi voltai ancora una volta, ma questa volta lui non mi notò ... era troppo impegnato a ridere con quella Belinda! Che cavolo! Non ero un tipo molto geloso però ogni volta che mi interessavo a qualcuno mi innervosivo al solo pensiero di vederlo con un'altra. Poi dopo quello che era successo ieri non ero proprio dell'umore. Magari però questa Belinda era un tipo simpatico. Mai dire mai, no?
ehi ma mi stai ascoltando? chiese Damien sventolando una mano davanti ai miei occhi
oh si scusa ... dissi distrattamente. Poi la campanella suonò. scusa ma vado un pò di fretta continuai lasciando Damien con un saluto fugace.
Prima che Belinda lasciasse l'aula mi diressi da lei.
Ciao! Io sono Carol dissi porgendole la mano
Belinda rispose lei stringendomi la mano
So che sei nuova, e comunque non conosci nessuno qui... incalzai sorridente. Lei annuì. se ti va più tardi puoi passare per la mia stanza ... possiamo prepararci insieme per stasera..<b> continuai cordialmente
<b> Veramente non avevo intenzione di venire alla festa di stasera
si giustificò Belinda.
Come mai? chiesi curiosa.
Non mi piacciono le feste concluse lei prendendo gli ultimi libri dal banco
ah ... ma questa festa è diversa, e poi è organizzata proprio per far si che i nuovi arrivati possano conoscersi Mi sentivo molto come una di quelle ragazze degli spot pubblicitari.
Davvero...però non credo di venire lo stesso , magari se cambio idea ti faccio sapere concluse Belinda
Certo, la mia è la stanza 115.. se ti va di passare urlai mentre lei usciva dalla porta.
Mmm ero stata molto convincente! Mi guardai intorno e vidi che ero rimasta solo io nell'aula. Presi lo zaino e corsi verso la mia stanza... avevo troppe cose da preparare. Anche se la testa mi girava come un frullatore non dovevo perdere di vista il mio piano decisamente stupido.Da quando avevo un piano? La mia testa era sul serio peggio di un tornado. Ormai ero davvero disperata.
Desideravo Gaston come non mai... ma purtroppo lui era il mio "quasi" migliore amico... e a volte mi pentivo ancora del momento in cui gli avevo raccontato tutto.
Era già da un bel pò che mi ossessionava per sapere chi fosse il ragazzo per cui avevo una cotta, ma io ero stata fin troppo brava a non fargli capire nulla. Alcune volte quando mi guardava dritta negli occhi e mi implorava di confessargli chi fosse, le parole mi si fermavano sulla punta della lingua. Iniziavo ad inventare scuse, chiedevo tempo, ma lui mi diceva " Che ci vuole, è solo un nome!".
E' solo un nome mi ripetevo spesso, ma Gaston di certo non si immaginava che quel nome fosse il suo. Quando finalmente glielo avevo detto mi aveva guardato come se lo stessi prendendo in giro, ma poi la sua espressione corrucciata si era trasformata in uno splendido sorriso. Quella sera fu magnifica anche se lui non proferì alcuna parola sui propri sentimenti. Solo il giorno dopo potei scoprire che in realtà avevo rovinato tutto. Nessuno ci avrebbe mai restituito il rapporto di prima.

Avevo passato tutto il pomeriggio invano a sperare che quella Belinda si presentasse in stanza ma non ci fu nemmeno l'ombra di quella ragazza. Fely e Marì passarono tutto il tempo a sistemarsi i capelli. Marì era proprio una patita della moda... e a volte ci pensava davvero troppo. Fely invece non faceva mai caso a quello che indossava ma amava troppo l'ordine. Erano i perfetti opposti ma stranamente andavano molto d'accordo.
Appena vidi che mancava poco all'inizio della festa infilai le mie scarpe e chiudendo la porta alle mie spalle scesi nell'atrio.
Mio fratello Carlos, Damien e altri due ragazzi erano già lì.
ehilà ragazzi esclamai avvicinandomi al gruppetto
sorellina , ci siamo messe in tiro disse sarcastico Carlos
Sempre serio tu! dissi sorridendo. Poi mi guardai intorno... mmm hai visto Gaston? sussurrai a Carlos.
Se cercavi Gaston è andato già in giardino rispose quasi urlando. Io mi feci piccola, piccola; più di quanto già fossi.
Bene ...ora posso chiedergli gli appunti di biologia dissi buttando la prima scusa che mi passò per la testa. Mi allontanai dai ragazzi e corsi in giardino. Attraversai la porta ... e lo vidi.
Vidi Gaston appoggiato alla fontanella, aveva l'aria di chi stava aspettando qualcuno. Qualcuno di davvero importante.


Edited by esperanza; - 8/9/2011, 15:46
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