Una vez mas

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wayfarër
CAT_IMG Posted on 31/7/2011, 14:42 by: wayfarër
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Capitolo 8
Carol version

<<e' di Belinda>> sentenziò Carlos.
Sbattei gli occhi diverse volte. Ogni curva, ogni sfumatura, ogni singolo particolare della mia chiave si ripeteva su quella di Belinda.
<<non è possibile!>> esclamai sbigottita. La mia espressione confusa si rifletteva sul volto di Carlos. Che Belinda fosse una nostra lontana parente? Una cugina persa di vista? Una di quelle persone che fanno parte della tua famiglia ma di cui non sai nemmeno il nome? Domande come quelle si susseguivano nella mia mente e la confusione che avevo provato appena sveglia tornò duplicata. Scrutai Marì e Feli; entrambe avevano assunto un espressione seria e un pò corrucciata, quasi quanto quella che avevo visto al mio risveglio.
<<carlos dove l'ha trovata?>> chiesi mentre proprio in quel momento Belinda stava entrando in stanza.
<<me la regalò mia madre al mio quattordicesimo compleanno. Si trovava dentro questo ciondolo>> rispose la ragazza porgendomi una collana con un cuore aperto a conchiglia <<avevo sempre saputo che il ciondolo poteva essere aperto, ma avevo sempre pensato che ci fosse solo qualche stupido ricordo di famiglia>> continuò Belinda mentre io rigiravo tra le mani quel piccolo ornamento.
<<proprio ieri sera mentre eravamo in piscina si è aperto, non...>> Carlos si intromise ma mi fu impossibile continuare ad ascoltare; quella storia era troppo simile.
<<anche mamma mi ha regalato questa chiave per il mio quattordicesimo compleanno, però non l'ha celata in alcun oggetto! Non ricordo molto, solo che quando me la porse mi disse "lo so che penserai che è strano e inconsueto ricevere una chiave come regalo, ma un giorno ti sarà molto utile. Conservala bene mia piccola guardiana!>>
<<guardiana?>> chiese Belinda stranita
<<si mamma la chiamava così credo per il fatto che da piccola amava la scherma>> si giustificò Carlos
<<suvvià ragazzi! Forse a quel tempo andavano di moda le chiavi e le vostre madri hanno pensato di regalarvele, tipo per tramandarle?>> Feli si avvicinò al nostro gruppetto pronunciando queste parole.
<<già! Feli ha ragione! Le vostre madri non si sono mica messe d'accordo!>> concluse Marì ripetendo in modo sarcastico l'ultima parte.
Bè in fondo avevano ragione! Come potevano mia madre e la sua decidere tutto ciò senza nemmeno conoscersi! Oh cavolo! Come avevo fatto a non pensarci prima?! Fu proprio in quel momento che mi si accese una lampadina.
<<come si chiama tua padre Belinda?>> chiesi fulminea
<<valeria. Valeria Gutierrez.>> rispose di getto <<ma questo cosa c'entra?>>
Valeria Gutierrez. Quel nome diceva tutto e niente. Non ricordavo alcuna amica di mia madre che si chiamava così. Scrutai Carlos, forse lui ricordava qualcosa. Il suo viso, però, era assorto in non so quale pensiero.
<<forse potrei chiamare mia madre e chiederle se la conosce>> dissi risoluta.
<<chiederle se la conosce?! Mi sembra normale che ti dica di si! Chi non conosce la moglie di Arrechavaleta! Che diamine!>> Belinda sputò quelle parole come se desiderasse che non le appartenessero. Non capivo perchè le desse così fastidio parlare dei suoi. Se ne stava lì con le braccia incrociate sul petto e un'espressione corrucciata; Carlos le si avvicinò. <<carol è meglio finirla qui. In fondo hanno ragione Marì e Felì. Mi sono allarmato per una sciocchezza>> disse risoluto.
Io mi limitai ad annuire, quella giornata era iniziata proprio male!
<<si Carlos hai ragione. Ora è meglio che vada>> decisi uscendo a grandi passi dalla mia stanza. Mai come quel giorno quelle quattro mura mi davano tanta agitazione. Il corridoio del dormitorio era deserto, evidentemente erano già tutti in classe.Bene, un punto a mio favore dato che desideravo restare un pò sola. Mi allontanai quanto più possibile dalla mia stanza e mi sedetti in terra. Dietro quella rientranza ero ben nascosta da chiunque decidesse di passare di lì. Appoggiai la testa al muro. Avevo una strana sensazione in me, qualcosa che mi diceva di non lasciar perdere tutto. Sentivo un peso in fondo allo stomaco, qualcosa che diventava sempre meno sopportabile. Come potevano quelle due chiavi essere così perfettamente identiche? Avevo ancora la loro immagine li davanti agli occhi. Scrollai la testa per mandar via quel pensiero.Che cavolo! Era solo una chiave, lo pensavano tutti! Tranne me ovviamente. Più mi ripetevo che era così, più quella frase mi risuonava stupida . Forse Carlos aveva ragione, a volte ero davvero paranoica.
Portai le ginocchia al petto. Sin da piccola usavo mettermi in quella posizione quando qualcosa non andava. Cercai di svuotare la mente ma sentii un dito scorrermi lungo il braccio. Presi un bel respiro pronta a dare una qualsiasi spiegazione a la persona che avevo accanto, però quando aprii gli occhi vidi solo Gaston.
Se ne stava lì seduto proprio pochi centimetri da me e mi scrutava.
<<ehi Carol va tutto bene?>>
<<si Gaston... stavo solo pensando un pò>>
<<lo so, ti metti sempre qui quando hai qualcosa per la testa>> Dimenticavo che Gaston mi conosceva fin troppo bene.
<<se ti va di parlarne...>> incalzò lui. Con un cenno gli feci capire che proprio non ne avevo voglia. Gaston abbozzò un sorriso. <<bè allora vieni con me!>>
Mi prese la mano e facendomi alzare mi portò con lui. Lo guardai male. <<non ho voglia di andare in giro>>
<<ma non stiamo andando "in giro"> concluse Gaston fermandosi davanti al suo armadietto. Lo guardai con aria interrogativa.
<<beh?>>
<<beh nulla! Aspetta che...>> Gaston continuava a frugare tra una serie di fogli <<eccola!>>
<<cos'è?>>
<<leggi. E' una canzone che scrisse mio padre quando era poco più grande di me. Non credo che la cantasse con mia madre. Sai lei è davvero una campana!>>
Aprii il foglio abbozando un sorriso.

Abre tus ojos, búscame
Estoy tan lejos sientiéndote
Si estás perdido sin saber de mí
Abre tus ojos, estoy aquí

Abre tus ojos para ver
En mi mirada la luz que hallé
Abre tus ojos y podrás sentir
Que hay otro cielo por vivir

<<wow! E' davvero bella!>> esclamai continuando a leggere. Gaston rise.
<<ma perchè la fai vedere proprio a me?>>
<<ogni volta che sento che qualcosa non sia come dovrebbe essere, che mi sento perso, che ho voglia di cambiamenti, leggo il testo di questa canzone."Apri gli occhi" mi da la forza di pensare che tutto ciò che ci circonda non è come lo vediamo, che se apriamo davvero gli occhi possiamo trovare ciò che cerchiamo.>>
Lo scrutai rimurginando le sue parole. Un sorriso spuntò spontaneo sulle mie labbra. Come non sorridere dopo che il tuo migliore amico ha trovato di nuovo il modo di farti star meglio.
<<posso tenerlo?>> chiesi dopo un pò
<<certo! Prendi pure>> mi rispose Gaston con leggerezza. Alzai gli occhi per dargli un bacio ma qualcosa catturò la mia attenzione. Con un braccio feci spostare Gaston. Il cuore prese a battermi fortissimo. Sembrava volesse schizzare fuori dal petto. Non era possibile! Un' altra chiave?!
 
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