Una vez mas

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wayfarër
CAT_IMG Posted on 18/4/2011, 18:19 by: wayfarër
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Capitolo 7

Carol version

La sveglia sul comodino continuava a suonare ad un volume insolito. Mi girai, con la testa ancora sotto il cuscino, e cercai di mettere fine a quel suono orrendo. La mia mano premette delicatamente sulla parte superiore della sveglia e il trillo cessò immediatamente. Chissà che ore erano...
Mi alzai di sbotto e rimasi sorpresa dal forte mal di testa che mi aveva fatta ricadere di nuovo sul letto.
Ehi Carol finalmente ti sei svegliata...ci eravamo preoccupate!
Marisol e Felysia erano sedute sul letto di fronte al mio e mi scrutavano pensierose.
Buongiorno! Ehi ma perchè siete ancora qui, tra cinque minuti iniziano le lezioni affermai lanciando un occhiata alla sveglia.
Bè non ti volevamo lasciare sola. Dopo lo stato in cui ti abbiamo trovata ieri sera abbiamo pensato che era meglio starti vicino Marì mi scrutò ancora una volta adesso però ci devi dire cosa è successo?
Cosa volete che sia successo! Sono tornata in stanza dopo la festa Era la verità!
Carol tu eri ubriaca quando siamo entrate in stanza, e dicevi cose senza senso su Gaston questa volta fu Felysia a parlare.
Arrossii leggermente quando accennò a Gaston.
Fely forse stavo parlando nel sonno...è impossibile che mi sia ubriacata
Oh Carol, non siamo stupide e poi abbiamo trovato questo accanto al tuo letto continuo Fely porgendomi un bel bottone blu. Le guardai confusa.
Ieri sera te ne sei andata via dalla festa con Matias e non ti abbiamo più vista. Poi quando siamo tornate qui ti abbiamo trovato in uno stato pietoso si intromise Marisol
Guardai Marisol e Felysia esterefatta quel bottone diveniva la certezza che qualcosa la sera scorsa non era andata come mi ostinavo a credere. Lo rigiravo tra le mani incredula, e ad un tratto l'immagine di me e Matias al centro del giadino comparve davanti ai miei occhi come un flash. Fu fugace e nitido ma divenne uno spiraglio in quel buio che era la mia testa.
Non è possibile! esclamai bisbigliando. Marisol e Felysia erano ancora lì aspettando che continuassi.
Io credo che ieri sera sia venuta qui con...con Matias Tentennai senza guardarle negli occhi. Vidi le mie due migliori amiche diventare pallide come il muro della stanza che condividevamo. Mi osservarono come per capire dove fosse il tranello, quel momento in cui ridendo avrei gridato "sto scherzando", ma purtroppo il tranello non c'era. Non so bene perchè ma la mia mente riportò subito l'attenzione su Gaston. Quante volte avevo fantasticato su noi due, su come sarebbe stato... il luogo, il giorno, il suo volto a pochi centrimetri dal mio, i nostri respiri intrecciati... Eppure per la semplice paura di soffrire avevo fatto sì che Matias mi rubasse l'unicità di quel momento. Quanto mi sentivo stupida!
Ehi Carol sei sicura che fosse proprio Matias? Questa volta fu Marì a parlare
Io credo di si...è stato l'unico con cui sono stata ieri sera
Bè magari ti sbagli...forse quel bottone lo ha perso riaccompagnandoti in stanza. A volte le cose non sono come ci ostiniamo a vederle.
Stavo per risponderle che era strano che il bottone fosse prorpio vicino al mio letto, quando qualcuno bussò alla porta. Feli si alzò di scatto dal letto e corse ad aprire. Sulla soglia apparve Carlos.
Carol! Carol! Carol! mi ripetè tre volte entrando a grandi passi nella stanza. Che avesse già saputo tutto? Che vergogna...
Carol devi darmi subito quel ciondolo che ti ha dato la mamma! continuò Carlos senza dare peso al mio volto sconvolto.
Certo ora lo prendo...ma perchè tanta fretta?
Mio fratello non rispose, si limitò a guardarmi mentre frugavo nel mio bauletto. Forse si era dimenticato di qualche mesiversario con una delle sue ragazze, e ora veniva a chiedere a me il regalo! Ah, ma di certo non gli avrei dato nulla!
Eccolo! esclamai aprendo una piccola scatolina sulla sinistra. Carlos mi strappò il ciondolo dalle mani e il suo sguardo si fece ancora più confuso. A quel punto davvero non riuscii a capire nulla!
Ma che cosa sta succedendo? A cosa ti serve il ciondolo? chiesi con un punto interrogativo stampato in faccia. Carlos continuava a non rispondermi, rigirava tra le mani quel piccolo ornamento. Ad un tratto però aprì l'altra mano che fino ad allora era rimasta stretta in un pugno. Sul suo palmo c'era una chiave identica a quella del mio ciondolo.
 
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